Fascicolo 02
Violenze e giovani sono termini che vengono associati, sempre più spesso, nelle nostre rappresentazioni e nelle preoccupazioni sociali di appartenenza su cui i media insistono, alimentando reazioni collettive allarmistiche attraverso la ricerca di correlazioni tra eventi talvolta lontani e privi di collegamento. Tuttavia, non di rado, si riscontrano nella realtà azioni violente di giovani contro altri giovani, oggetti, simboli, operatori sociali, inseganti o addirittura genitori o parenti. Sovente, anche contro se stessi. Al contempo, però, si rilevano pure situazioni nelle quali i giovani sono vittime di violenze che, talvolta, alimentano altre violenze, attivando una sorta di circolo vizioso, vale a dire il circuito della violenza.
Ma quali sono i linguaggi peculiari della violenza? O meglio delle violenze? E le violenze possono essere considerate oggi una forma di linguaggio e di strumento della comunicazione? Vi sono “violenze rumorose” che richiamano la nostra attenzione e la nostra preoccupazione ma vi sono anche “violenze silenziose” che, a volte, risultano più penetranti e certamente più dolorose, come quelle che si concretizzano attraverso i social network. Pertanto, quali sono le violenze che vedono oggi i giovani protagonisti? Quali i significati? I rischi? O, addirittura, i bisogni che queste nascondono? Con l’approccio transdisciplinare che costituisce il metodo e l’obiettivo della nostra rivista, il prossimo numero intende appunto interrogare ed esplorare il complesso arcipelago delle violenze giovanili e della loro sempre più frequente connotazione come forma abnorme di linguaggio.