In occasione della prima Giornata Mondiale delle Bambine proclamata dall’ONU (11 ottobre 2012), Terre des Hommes ha lanciato la Campagna “indifesa” per garantire alle bambine di tutto il mondo istruzione, salute, protezione da violenza, discriminazioni e abusi.
Dal 13^ rapporto del 2024 riportiamo, di seguito, alcuni passaggi del dossier che qui segnaliamo e, in particolare, di quanto è emerso in tema di salute mentale in infanzia e adolescenza nel nostro Paese.
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In Italia non esiste un monitoraggio nazionale degli accessi ai servizi della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Npia) che si occupano della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi neuropsichiatrici dei bambini e ragazzi fino ai 18 anni.
A restituire un’istantanea sulla salute mentale degli e delle adolescenti è l’ultimo report del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School aged Children) dell’Istituto Superiore di Sanità.
Interrogate in merito alle conseguenze del Covid-19 il 52% delle ragazze ha dichiarato che la pandemia ha avuto un impatto negativo sulla propria salute mentale, mentre tra i coetanei maschi il dato è del 31%. Un malessere che si amplifica con l’età afferma di averlo vissuto il 33% delle undicenni (contro il 25% dei coetanei maschi) e il 66% delle diciassettenni (41% dei maschi)
A questo si aggiunge una ricerca realizzata nel 2024 in Lombardia che ha analizzato tutti gli accessi ai servizi di Npia tra il 2015 e il 2022, aiutando ad analizzare l’impatto della pandemia da Covid-19. Se da un lato si assiste a una riduzione del numero totale di utenti (5mila soggetti/anno in meno tra il 2019 e il 2022), dall’altro però si assiste “a un progressivo aumento della complessità̀ dell’utenza che entra in contatto con i servizi, evidenziato dall’incremento dei codici gialli/arancioni e rossi in pronto soccorso, che nel 2022 hanno raggiunto i 5.000 accessi tra disturbi neurologici e disturbi psichiatrici (+12% tra 2019 e 2022)”.
All’interno di questo quadro già̀ allarmante, la ricerca evidenzia “un incremento marcato degli utenti di genere femminile in epoca post-pandemica”. Nel 2015, ad esempio, i ragazzi cui erano stati prescritti psicofarmaci (inclusi gli antiepilettici) erano circa sette su mille mentre le ragazze erano sei su mille. Nel 2022 le prescrizioni sono aumentate in entrambi i gruppi, ma con una curva più̀ marcata per le ragazze che hanno toccato 10,92 su mille mentre per i loro coetanei maschi il dato si è fermato a 9,48 su mille.
Il trend è analogo se si osservano gli accessi al pronto soccorso per i disturbi psichiatrici: a fronte di una situazione di quasi parità̀ tra i sessi nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020, dopo il numero di ragazze è aumentato più̀ rapidamente rispetto ai maschi, arrivando a 9,71 su mille, mentre tra i ragazzi il dato si è fermato a 8,86 su mille. La stessa “forbice” si osserva tra i minori che hanno avuto almeno un ricovero in ospedale per motivi di salute mentale: “Nei maschi la prevalenza nel 2022 è ancora decisamente inferiore sia al 2019 (-23%) sia al 2015 (-10%), mentre nelle femmine è superiore al valore del 2019 (+16%) con un pattern di incremento decisamente differente rispetto a quello storico”, si legge nello studio.
Particolarmente drammatici sono i dati sui tentativi di suicidio e sugli episodi di autolesionismo. Per monitorare questi fenomeni lo studio ha preso in esame i ricoveri ordinari e gli accessi in pronto soccorso, passati dai 76 del 2015 ai 115 del 2019, fino ai 333 del 2022 “con un aumento più marcato nelle femmine, che passano da 49 nel 2015 a 96 nel 2019 (+96%) a 277 nel 2022 (+189%) rispetto ai maschi”.
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