A proposito di… impoverimento cognitivo e relazionale delle nuove generazioni

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SEGNALAZIONE DI STUDI E RICERCHE

“Tutto ciò che sta cambiando nei nostri stilemi comunicativi non è dovuto – come in passato – solo a un avvicendamento generazionale. L’irrompere della tecnologia e ciò che inizia a emergere con le applicazioni dell’intelligenza artificiale recano il senso di una sorta di rivoluzione sintattica, semantica e simbolica nell’uso delle parole fino alla loro sostituzione con nuove espressioni lessicali”.

Nel tempo avremo, neanche tanto lontano “avremmo conferma della pervasività dei sistemi informatici e del fatto che gradualmente hardware e software si avvieranno a sostituire la logica del ragionamento pensato”.

Infatti, da un recente Rapporto OCSE sulle competenze cognitive degli adulti e degli adolescenti (clicca qui), emerge una forte carenza della capacità di comprensione di un testo (literacy), della logica matematica semplice (numeracy) e del problem solving. Il nostro Paese si colloca al quartultimo posto tra le nazioni industrializzate.

Per comprendere il portato di questa carenza “basta osservare i comportamenti degli adulti ma anche degli adolescenti, persino dei bambini, per capacitarsi di quanto pervasiva e per certi aspetti rivoluzionaria sia l’irruzione degli strumenti dell’innovazione scientifica nella quotidianità”.

Infatti, osserva Francesco Provinciali in un suo recente contributo, non solo si sviluppano nuove forme di interlocuzione ma le altre, quelle “classiche”, vengono condizionate negativamente.

Occorre tenere saldamente la persona al centro delle relazioni umane, usando codici cognitivi e comunicativi comprensibili e condivisi, anche tra le diverse generazioni.


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