In un interessante articolo su Il Domani d’Italia, Francesco Provinciali – che ringraziamo per la preziosa collaborazione – rileva che quasi ognuno di noi, adulto o minore che sia, porta con sé una quantità variabile e tendenzialmente implementabile di medicine, da quelle ad “effetto placebo”, ai generici farmaci antidolorifici, a pastiglie, gocce, pasticche etc. come una sorta di scudo utile e rassicurante all’insorgere di ogni malessere. Alcuni, addirittura, non escono di casa se non hanno deglutito una manciata di pillole. Ci sono poi vere e proprie degenerazioni: si pensi alla diffusione massiva e all’incremento verticale dell’uso degli psicofarmaci, quali ansiolitici, calmanti, antidepressivi, integratori che si assumono contando su un effetto sintomatico o per stabilizzare l’umore oppure ancora per controllare le emozioni.
Purtroppo, però, la frontiera più nefasta e dannosa si riscontra tra i giovani, i quali assumo anche pasticche ad effetto allucinogeno, con varianti sul tema: come sostitutivi delle droghe tradizionali, come micce che accendono lo sballo fino alle note rape drugs, la cosiddetta “droga dello stupro”, che inibiscono la volontà. Inghiottire una di queste sostanze dagli effetti incontrollabili e distruttivi della mente e delle facoltà del controllo di sé è questione di un attimo e purtroppo il mercimonio che se ne fa con prezzi concorrenziali lo rende accessibile anche ai giovani in tenera età.
Insomma, sta radicalmente cambiando il nostro modo di vivere e di stare al mondo e le conseguenze non sono poche.
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