Una recente review pubblicata su World Psychiatry, presentata al congresso dei 150 anni della Società Italiana di Psichiatria, ha mostrato come i giovani adulti, al pari degli adolescenti, siano tra le categorie più vulnerabili e a rischio da dipendenza dal digitale, soprattutto se vivono in condizioni svantaggiate per isolamento sociale, disabilità o problemi di salute.
Infatti, i diciannovenni sono coloro che subiscono maggiormente gli effetti negativi dei social media con ripercussioni sulla propria salute mentale. Del resto, i ragazzi e le ragazze di quella età usano oggi strumenti digitali per raccontarsi, per dare un senso alla loro esistenza, per aggregarsi, per sperimentarsi e per trovare uno spazio dove talvolta viene messo in discussione il proprio “Io”. Spesso, però, rimangono influenzati e feriti da quell’ambiente virtuale che produce, ahimè, effetti reali.
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