(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)
Gli adulti che hanno interesse sessuale verso i minori conoscono molto bene il mondo dei giovani e, per questo, chi è particolarmente interessato a preadolescenti e adolescenti sfrutta l’attuale forte coinvolgimento delle nuove generazioni, la tendenza al narcisismo e al presenzialismo tipico dell’età, la curiosità sessuale, per avviare relazioni via web.
L’adulto abusante, spesso indicato come groomer, mira a costruire un legame “pseudo affettivo”, farcito di emoticons, linguaggio edulcorato e fantasie di innamoramento, per preparare il terreno a richieste di immagini sessuali, induzioni ad atti di autoerotismo, sino ad arrivare a proporre un incontro sessuale off-line.
La forte diffusione in Italia della connettività tramite mobile e la forte attrattiva esercitata dai social network sui giovani hanno spinto progressivamente gli abusanti a privilegiare i contatti via web, anche per la poca discrezione e la scarsa diffidenza che le nuove tecnologie inducono nei ragazzi stessi, spesso poco controllati dai genitori e labilmente consapevoli della qualità e della quantità di informazioni personali accessibili in rete.
La localizzazione automatica di foto e post sui social, l’abitudine alla condivisione di informazioni private, la connessione continua, rendono la navigazione e la socializzazione dei giovani online non priva di rischi reali.
Anche le nuove piattaforme di gioco online sono diventate un luogo virtuale dove la proverbiale conoscenza da parte dei pedofili del mondo giovanile li conduce alla ricerca di ragazzi/e e, ad oggi, anche di bambini.
L’art. 609 undecies c.p. definisce l’adescamento come qualsiasi atto compiuto da un adulto che con lusinghe, minacce o altri espedienti, si adopera per ottenere la fiducia di un minore di anni 16, per avere foto, video, approcci e incontri sessuali, anche su socialnetwork, servizi di messaggistica istantanea o in chat.
Gli adolescenti oggi usano la rete per scambiarsi confidenze, per corteggiarsi, per esplorare la sessualità con grande naturalezza: molti pedofili sanno che la presenza dei minori sui social è ormai massiccia e utilizzano queste piattaforme per “avvicinarli”, costruire legami pseudo-affettivi e preparare il terreno alla richiesta di immagini e azioni sessuali tecnomediate, sino ad arrivare ad incontri reali.
Di conseguenza, è bene sapere che:
- i minori più a rischio sono quelli che passano molte ore in rete, da soli e senza il controllo di adulti;
- i luoghi virtuali in cui più spesso gli adulti adescano minorenni sono quelli da loro più frequentati: social network, messaggistica istantanea, piattaforme di gioco online, etc.;
- gli adescatori spesso mentono sulla loro età anagrafica, presentandosi alle vittime come coetanei;
- l’escalation di un adescamento è imprevedibile: la relazione virtuale può durare mesi oppure portare ad un incontro nel giro di poco tempo;
- se si ha il sentore che un minore a scuola sia in contatto in rete con un adulto sconosciuto, è importante informare la famiglia affinché questa possa attivarsi per proteggere la vittima;
- gli insegnanti, gli educatori in genere, in quanto incaricati di un pubblico servizio, hanno l’obbligo di denunciare i fatti penalmente rilevanti (reati) subiti dagli studenti/allievi; lo stesso obbligo sussiste per tutti gli operatori dei Servizi pubblici rispetto ai propri utenti;
- l’adescamento è un reato procedibile d’ufficio che deve essere denunciato all’Autorità Giudiziaria o alle Forze dell’Ordine.
Infine, è importante sapere che è stato istituito il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia online della Polizia di Stato quale organo di coordinamento operativo per la lotta allo sfruttamento sessuale dei minori in rete.
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