Le Nuove sostanze psicoattive (Nsp) rappresentano una delle sfide più dinamiche e critiche nel campo delle dipendenze, con una crescente variabilità che rende difficile il loro rilevamento e controllo. Nel corso dell’ultimo anno (2023), il Sistema nazionale di allerta precoce del Dipartimento per le politiche antidroga ha identificato sul territorio 70 Nsp, appartenenti principalmente alle classi dei catinoni (20%), delle arilcicloesilammine (16%), dei cannabinoidi sintetici (13%) e delle benzodiazepine (11%).
Questa diffusione continua a creare allarme tra gli operatori del settore: essendo composti sintetici facilmente manipolabili, risultano difficili da rilevare e, non essendo immediatamente classificati nelle liste delle sostanze vietate dalla legge, sfuggono spesso ai controlli.
Il consumo di Nsp, in crescita dopo la pandemia, interessa prevalentemente i giovani, più esposti a questo particolare mercato. Nel 2023, riferiscono di averne consumata almeno una nel corso dell’anno 160mila 15-19enni, pari al 6,4% della popolazione studentesca.
Tra le cosiddette “nuove” sostanze psicoattive ricordiamo il fentanyl, un oppioide sintetico con una potenza oltre 80 volte superiore a quella della morfina, e la xilazina, un potente sedativo solitamente impiegato in veterinaria, usata nel mercato illegale come adulterante.
Queste sostanze, così come emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2024, possono creare gravi danni alla salute.
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