(Foto di Kiều Trường da Pixabay)
Vivere all’interno di una società non è esente da conflitti, incomprensioni e difficoltà e la presenza di piattaforme digitali, ma soprattutto di social network, sta rendendo sempre più difficile la convivenza pacifica tra esseri umani perché essi sono il terreno fertile per la diffusione di una varietà incredibile di comportamenti discutibili e riprovevoli.
Infatti, in concomitanza con la loro diffusione sono state osservate ondate di intolleranza, razzismo, discorso d’odio, xenofobia, cyberbullismo ed incitamento al suicidio di giovani ragazzi/e. Questo quadro fenomenico è stato individuato non solo in Italia, ma anche in diversi altri paesi, come ad esempio in Brasile, Myanmar, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.
All’interno di tale scenario, occorre considerare e riflettere in merito all’impatto e alle conseguenze della crescente diffusione del discorso d’odio sui social.
Infatti, è importante spiegare che diversamente da quanto credono molte persone, gli ambienti online e offline non sono separati l’uno dall’altro, non sono due realtà distinte, ma sono intrinsecamente connessi, tanto che gli atteggiamenti e i comportamenti svolti nell’ambiente online hanno un forte impatto sulla vita reale delle persone.
Basti pensare, a titolo meramente esemplificativo, a tre “settori”: a) salute mentale degli utenti più giovani di età, b) incitamento al suicidio e bassa autostima di adolescenti c) incitamento a crimini d’odio nelle nuove generazioni.
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